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Forum delle Famiglie intervento di Tarcisio Verdari

Intervento di Tarcisio Verdari segretario nazionale di NOI ASSOCIAZIONE Nella Biblioteca del Senato “Giovanni Spadolini” Sala degli Atti Parlamentari Venerdì 13 maggio 2011

Un anno fa, NOI ASSOCIAZIONE ha realizzato un convegno di studio sul tema dell’educazione.

Tra le iniziative di preparazione c’è stato il FOTOFORUM, che è l’oggetto della mia testimonianza, riportato nel fascicolo in cartella, e che è un estratto degli Atti del Convegno, che aveva titolo “EDUCARE: dall’emergenza alla speranza”.

Per ascoltare la voce dei ragazzi sui temi che li coinvolgono e li toccano direttamente, sono state realizzate alcune foto di adolescenti in diverse situazioni e le abbiamo accompagnate con uno slogan provocatorio. Foto e slogan sono stati messi su Internet: www.fotoforum.it con la richiesta di re-agire lasciando impressioni e riflessioni sull’intera serie di foto.

L’iniziativa è stata divulgata con centinaia di migliaia di cartoline nei nostri oratori e circoli, nelle parrocchie, nelle scuole medie e prime superiori, interessando gli insegnati, facendo arrivare alle scuole la riproduzione delle 18 foto in formato poster per agevolare la discussione di gruppo.

Nel fascicolo distribuito sono riprodotte tutte le foto, con le osservazioni di psicologi e psicoterapeuti, e con una selezione delle frasi più complete e significative che si sono ripetute con maggiore frequenza.

A giugno 2010, i visitatori sono stati circa duemila. Un 3% è entrato, ha visto ed è uscito. I commenti lasciati sono trenta mila. Vuol dire che i ragazzi hanno risposto a quasi tutte le provocazioni: di un migliaio di commenti non significativi non s’è tenuto conto.

I tre quarti dei commenti lasciati, sono di ragazzi giovani, dai quindici ai vent’anni, ed era anche quello che speravamo.

Lo strumento FOTOFORUM è andato oltre l’obiettivo iniziale che era quello di raccogliere idee sugli adolescenti:

a) è stato utilizzato nelle scuole per lavori di gruppo;

b) per molti adolescenti è stata l’occasione per raccontarsi e riflettere sulla propria realtà e su quella dei coetanei;

c) per molti Educatori è stata un’opportunità.

Generalmente si ha l’idea che gli adolescenti d’oggi siano vuoti, superficiali, … possiamo confermare quanto detto dal ministro Meloni: non è vero …

– lo dimostra la quantità di chi ha partecipato (il 75% ha fatto tutto il percorso);

– lo dimostra la qualità di chi ha partecipato. Un impegno di almeno 10/15 minuti per scrivere una frase per ognuna delle 18 foto, è un tempo lungo che esprime tutto il desiderio e il bisogno di parlare di sé e di capirsi; di trovare adulti significativi dai quali essere ascoltati e con i quali confrontarsi, anche se l’adulto è stato criticato per la distanza, gli atteggiamenti, la falsità del mondo che propone.

In generale i ragazzi hanno colto il senso delle provocazioni, lasciando considerazioni interessanti. Soprattutto, i VALORI sono emersi in modo continuo e forte.

A volte nelle foto alcuni hanno visto cose che noi non avevamo pensato di trasmettere. Ad esempio un’Educatrice di Venezia (31 anni) sulla foto dei profilattici mescolati tra le caramelle (la potete vedere alla pagina 54) ha scritto una cosa che ha colpito molto: “E’ vero, non c’è quasi più limite/differenza tra l’età delle caramelle e l’età del sesso”.

A ben guardare, la frase rovescia i canoni che Psicologi e Sociologi hanno dell’Adolescenza. Loro affermano che essa si dilata sempre più, qui si afferma che scompare.

Può sembrare paradossale, ma in fondo probabilmente sono vere tutte e due le letture.

Il linguaggio dei ragazzi varia molto: dalla sintesi di un messaggino (che spesso va decifrato) a 4/5 righe di scritto. Escrementi e parolacce, si sprecano.

Dal nostro punto di vista vuol dire che i ragazzi sono stati molto sinceri, che non si sono censurati.

Concludo riprendendo il titolo del nostro Convegno: “EDUCARE: dall’emergenza alla speranza”.

Spesso si parla di emergenza senza speranza, si accentuano le dimensioni di colpevolezza, di negatività, si punta il dito verso ciò che non funziona, soprattutto quando si parla di giovani e adolescenti.

Oggi non si educa a parole, si educa con l’esempio: quando noi educatori parliamo di un problema non parliamo del problema, ma di una persona.

Credo che si debba passare dalla negatività della critica di ciò che non funziona, alla prassi della speranza, alla meraviglia e allo stupore di fronte alla persona, ai ragazzi e ai giovani.

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