Articolo pubblicato sul “Corriere della Sera” del 9 luglio 2015
MILANO – I mesti ricordi delle gite dell’oratorio di un paio di generazioni sono stati condensati da Elio & le Storie Tese nella strofa «Ricordo ai soliti furbini che niente Messa, niente castagnata». I ragazzi che frequentano gli oratori nel 2015 avranno memorie molto più appaganti: soprattutto i tanti che hanno approfittato della convenzione che rende possibile la visita all’Expo a prezzi agevolati. Ogni giorno di gruppi oratoriali se ne presentano parecchi. La maggior parte sono costituiti da un centinaio tra ragazzi e adulti accompagnatori, con punte che sono arrivate anche a cinquecento componenti. Spesso li si individua rapidamente
nel flusso di visitatori grazie alle magliette colorate che alle scritte che indossano. Una delle più ricorrenti è «Affamati di buona vita».
A portarle sono gli animatori, i ragazzi delle superiori che hanno il compito non facile di vigilare sui più piccoli. Sono tanti ma avrebbero potuto essere anche di più, spiega Silvano Mezzenzana di Duomo Viaggi & Turismo. «Le agevolazioni per gli oratori sono state approvate tardi, e a quel punto molti ragazzi erano già venuti con le scuole. Peraltro i mesi interessati sono luglio e agosto, che mese di chiusura per gli oratori. Comunque ora cercheremo un accordo per i primi giorni di settembre, per quelli che in quei giorni riaprono». Intanto luglio ha portato qui Monica e Luigi, 17 e 15 anni, dall’Oratorio San Giovanni Bosco di Bellano (LC).
Sono a inizio percorso, e i racconti degli amici li hanno incuriositi riguardo ai padiglioni del Brasile, degli Emirati Arabi e Coca Cola. Katia e Tecla, 17 e 16 anni, vengono invece dall’oratorio San Luigi di Casorezzo: interpellate a metà giornata, manifestano il loro apprezzamento per i padiglioni di Kuwait, Austria e Marocco. Naturalmente, per tutti il percorso prevede tappe presso l’edicola della Caritas, la casa Don Bosco e il padiglione della Santa Sede, ma sono contemplate anche visite presso chi fa opera di sensibilizzazione laica come Save the Children o i laboratori didattici del Future Food District della Coop. Alla Caritas per esempio i bambini vengono fatti entrare truccati da bruchi, future farfalle, a sottolineare l’esperienza di trasformazione che le realtà conosciute all’Expo dovrebbero generare. Il maggiore stupore lo suscitano i dati sullo spreco. Francesco, volontario di Save the Children: «Dopo aver parlato dei bambini nei Paesi meno fortunati chiediamo loro cosa si potrebbe fare. E rispondono sempre la stessa cosa: facciamoli venire qui!»