Negli incontri con i Circoli per la verifica organizzativa, amministrativa contabile, fiscale, in vista della trasmigrazione nel nuovo Terzo Settore, ho notato il ricorrere di una situazione ritenuta “strategica”, che invece concretizza:
1) abuso amministrativo,
2) coinvolgimento in esercizio di attività non autorizzata,
3) evasione fiscale,
4) truffa.
Ce n’è abbastanza per mettere allarme.
Pare diffusa la “strategia” (più che altro un imbroglio) di dichiarare e farsi belli, anche con incauta pubblicità su l’Arena, quando il Circolo vi finisce per la partecipazione all’iniziativa “Vita in Circolo” del dr. Gian Battista Muzzi, con tante iniziative (ballo, cucina, chitarra, yoga, eccetera).
- 1. abuso amministrativo: si tratta di iniziative proposte come attività associative, che in effetti sono invece attività esercitate da terzi, senza autorizzazione amministrativa, senza riguardo alle norme igienico-sanitarie e della sicurezza, gestite in proprio mediante incasso di quote di presenza che non passano nel bilancio del Circolo, con le quali i terzi si finanziano e “compensano” il circolo con una parte delle quote incassate.
- 2. coinvolgimento in esercizio di attività non autorizzata: dare spazio a una attività di qualsiasi tipo, sprovvista di autorizzazione amministrativa, inevitabilmente “abusiva” equivale a patrocinare un illecito amministrativo e rendersene complici. A nulla valgono le autogiustificazioni: “fanno socializzazione”, “intrattengono persone e coppie che altrimenti resterebbero in solitudine”, eccetera, perché tale servizio di promozione sociale spetta al Circolo, all’ente associativo, non a cittadini che operano in concorrenza sleale nei confronti di chi le stesse cose fa con tanto di licenza, autorizzazione amministrativa, partita iva, dichiarazione dei redditi, eccetera.
- 3. l’evasione fiscale è fin troppo evidente.
a) Nel caso del precedente numero 1) il Circolo dovrebbe “dare in uso gli spazi” (se il circolo è legittimato dal proprietario dell’immobile: parrocchia o comune, o altro); tale servizio non rientra tra le attività istituzionali, quindi è un’attività del tutto commerciale, quand’anche fosse rivolta a tesserati. In definitiva, il Circolo è obbligato a emettere fattura verso coloro che pagano l’ospitalità: l’utilizzo dello spazio.
b) Se, invece, il Circolo incassa le quote dai tesserati che si iscrivono ai corsi, versano agli operatori la parte concordata e trattengono un quid a titolo di recupero delle spese di gestione e manutenzione. Sono gli operatori che dovranno rilasciare fattura al Circolo per il servizio fornito.
Ci sono ancora tanti (troppi) incauti che si ritengono i “più furbi della covata” confessando ingenuamente di “limitarsi” a “rimborsi spese” o a “erogazioni liberali” che ritengono insignificanti per il fisco.
Premesso che definire “rimborsi spese” gli introiti per partecipare alle attività è una sciocchezza perché le spese devono essere veramente sostenute e documentate; premesso che anche le “erogazioni liberali” per essere liberali non possono essere il corrispettivo di un servizio fornito o ricevuto; si fa notare che la legge attrae a imposizione fiscale “qualsiasi introito comunque denominato”. Che è come dire: dichiarate quello che volete, ma le tasse sono dovute a prescindere. Insomma, chi si crede più furbo, deve ricredersi.
- 4. Infine c’è la truffa. Tesserare persone che vanno a praticare attività svolte da altri (insegnanti di ballo, yoga, cucina, eccetera), o anche (questa è una novità che si è diffusa rapidamente) tesserare quaranta, sessanta, ottanta migranti credendo di averli garantiti contro il rischio di infortunio e R.C. ovunque vadano e operano, facendo risparmiare così la cooperativa o l’ente convenzionato sulla quota personale a carico dello Stato, è del tutto fuori luogo.
– I tesserati NOI sono coperti da assicurazione durante le attività organizzate e svolte dal Circolo, sotto la responsabilità di soci autorizzati e nominati dal Consiglio e non da altri, con apposita delibera verbalizzata.
– Qualora il Circolo che si fa complice di questo tentativo di truffa riuscisse a far ottenere risarcimenti si renderebbe responsabile della truffa nei confronti della Compagnia di assicurazione.
– Poiché l’aggravio finanziario causato alla Compagnia di assicurazioni per la maggiore casualità infortunistica motiva l’aggravio dei costi che l’Associazione sarebbe chiamata a sopportare, la truffa si realizza anche nei confronti di tutti i Tesserati NOI.
Mi permetto di richiamare l’attenzione su queste riflessioni. Farsi belli con le scorciatoie è facile. Raramente le cose facili sono belle, più raramente sono anche giuste.