Il prossimo 24 dicembre sarà il 797° anno che si “fa” il presepe. Inventato da San Francesco d’Assisi il 24 dicembre 1223, fra tre anni compirà 8 secoli di storia. La tradizione ha assunto immagini meno suggestive della Natività e più che della nascita di Gesù si parla di Babbo natale, di renne, di regali, di abeti, stelline e mutande rosse. I grandi gruppi commerciali, i burattinai della storia, gli imprenditori filantropi, coloro che indirizzano gusti, costumi, preferenze e simboli della gente, finanziano le produzioni alternative al Natale di Gesù, perché (hanno scoperto) che l’oppio dei popoli sono le ideologie politiche, non la religione. Infatti, nei grandi negozi di materiale natalizio sugli scaffali sono tornate le “natività”: Giuseppe, Maria e Gesù. Artisticamente deludenti e storicamente insulse, comunque il Natale mantiene una caratteristica ancora vincolata all’ambito religioso.
NOI Verona sostiene la tradizione ancora molto diffusa e sentita del presepe in casa.
Il presepe tradizionale non è una struttura già confezionata che si toglie dal sacchetto di nailon, non è una natività stilizzata, e nemmeno alterata con idee e fatti di cronaca sociale. Il presepe tradizionale è fatto di progetto, di intuizione, di paziente costruzione, di composizione curata, di particolari, ma soprattutto di scenografica cura per far convergere lo sguardo dell’osservatore al punto focale della composizione, che è la Natività.