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Adolescenti e Ragazzi

pillola #82

Avvenire del 14 luglio, pagina 16, a firma di Matteo Liut, presenta il profilo dei ragazzi italiani dai 14 ai 18 anni fornito da una indagine IPSOS promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana e durata quattro anni.

L’indagine, presentata da tre Uffici della CEI: Pastorale giovanile, Catechistico, Pastorale Familiare, insieme con il docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Pierpaolo Triani, ha scardinato diversi luoghi comuni sui ragazzi e sulla loro capacita di guardare e leggere il proprio futuro.

Il 47% dei ragazzi si dichiara non credente, anche se il 37% frequenta l’oratorio.
Il 61% dei ragazzi considera la mamma figura di riferimento, figura che precipita all’1% per educatori di oratorio e preti.

Il 47% si dichiara non credente, anche se il 37% frequenta normalmente l’Oratorio e gli ambienti parrocchiali per i giovani. Se tra le figure di riferimento la mamma resta al 61%, educatori di oratorio e preti sono relegati all’1%. L’ultimo dato deve far pensare alla necessità degli educatori a formarsi, per rispondere al bisogno dell’ascolto espresso dai ragazzi, pur riconoscendo agli stessi la libertà decisionale sulle loro scelte di vita.

Questi pochi segnali confermano l’allarme che arriva dai Circoli NOI: i ragazzi non ci sono più, gli adolescenti non frequentano l’oratorio, la parrocchia, le liturgie. La pandemia ha scardinato le tradizioni e il “si è sempre fatto così”. La fregola di aprire i bar si scontra con il deserto giovanile. Con una nuova generazione di ragazzi e giovani che chiusi forzatamente in casa hanno trovato nuove modalità di trascorrere il loro tempo, anche se a danno della relazione e del rapporto con gli altri. 

Avvenire 14 luglio 2021 – p.16

Gli animatori, dunque, sono chiamati a misurarsi con parametri che non conoscono, per i quali devono accettare di formarsi, informarsi e imparare che la loro pedagogia nasce dal desiderio di condivisione con i ragazzi stessi, non dalla paura che gli adolescenti se ne vadano. L’attenzione educativa degli animatori deve rispettare la voglia di libertà che i ragazzi esprimono e deve tener conto anche della pluralità dei loro vissuti, giusti o sbagliati che siano, per accompagnarli a guardare in alto. Un investimento di fiducia, ecco cosa occorre, per accompagnare gli adolescenti con gesti di custodia e di cura che generino a loro volta gesti di custodia e di cura, perché a quell’età i ragazzi sono più che convinti cha il futuro della società cresce con la crescita della partecipazione, della presenza, della dedizione e del servizio agli altri, ai meno fortunati, soprattutto a coloro che pur nel bisogno non chiedono aiuto, accettando di vivere nella difficoltà come accettazione passiva di un impoverimento affettivo, culturale, familiare, di ristrettezza economica.

Francesco fin dall’inizio del suo Pontificato ha spesso ribadito il concetto di gregge, pastori e pecore, per indicare come l’abbraccio sociale può diventare luogo di trasmissione di una fede. Recentemente il Papa ha detto che la fede si trasmette “in dialetto” per confermare che l’animatore testimonia la propria fede nell’esperienza della vita quotidiana, senza preoccuparci solo dei “nostri”, ma anche di quelli che non riusciamo a raggiungere, a intercettare.

Sono tanti i passi da fare, e sono di più i cambiamenti di mentalità richiesti.