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Introduzione alla Riforma del Terzo Settore

Mercoledì 26 gennaio si è tenuto il Webinar “La Riforma del Terzo Settore”, un incontro in cui sensibilità associativa e attenzione al criterio della trasparenza hanno fatto da cornice alle informazioni di carattere tecnico. Un percorso etico e motivazionale da cui è emerso il necessario cambio di mentalità per proseguire il percorso associativo e garantire presenza sul territorio in risposta ai bisogni della comunità, missione di ogni ente del Terzo Settore.


Di seguito le risposte alle domande raccolte durante l’incontro e la sintesi dell’intervento di Tarcisio il cui contenuto è a disposizione dei circoli affiliati che possiedono le credenziali di accesso all’area riservata.

FAQ – Domande Frequenti

REGISTRO VOLONTARI: DOVE SI ACQUISTARLO

Il Registro dei Volontari è reperibile nelle cartolibrerie fiscali, oppure nei principali shop online.
Suggeriamo l’acquisto dell’edizione “EDIpro” o “Buffetti”: 25 pagine, già numerate, con la dicitura di legge pre-stampata che il Pubblico Ufficiale deve solo vidimare. Entrambe le edizioni dispongono di uno spazio in cui accogliere i dati anagrafici dell’ente.

Link utili: Vidimazione del registro

REGISTRO VOLONTARI: COME VIDIMARLO?

Il Registro deve essere vidimato da un pubblico ufficiale.
Portiamo l’esempio del comune di Verona, il quale ha incaricato un funzionario alla vidimazione dei registri degli Enti del Terzo Settore presso l’Ufficio anagrafe di via Adigetto. Non occorre l’appuntamento, è sufficiente presentarsi allo sportello informazioni e chiedere della vidimazione.
Attenzione: a parte i dati anagrafici e fiscali dell’ente il registro, al momento della vidimazione non deve riportare i dati dei volontari.

Ricordiamo che l’ETS è esentato dall’imposta di bollo – ex art. 82 co.5 D. Lgs 117/2017
Link utili: Vidimazione del registro

REGISTRO VOLONTARI: E’ POSSIBILE ADOTTARE UN REGISTRO TELEMATICO?

IL Decreto del 6 ottobre del Ministero dello Sviluppo Economico, pubblicato in GU il 30 novembre 2021, afferma che “gli enti possono avvalersi di registri tenuti con sistemi elettronici e/o telematici qualora gli stessi assicurino l’inalterabilità delle scritture contabili e la data in cui le stesse sono apposte, anche con le modalità di cui all’art. 2215-bis co. 2, 3 e 4 del cc.”, precisando che tali registri telematici possono essere “messi a disposizione dalle reti associative cui aderiscono”.

Ad oggi NOI Associazione non ha diramato circolari e informative circa un’integrazione futura con il portale di tesseramento.

ASSICURAZIONE VOLONTARI: QUALI LE COPERTURE PREVISTE

Le coperture assicurative che l’ente deve garantire ai propri volontari sono quelle previste dall’art. 18 co.1 del D.Lgs. 117/2017: “gli Enti del Terzo Settore che si avvalgono di volontari devono assicurarli contro gli infortuni e le malattie connessi allo svolgimento dell’attività di volontariato, nonché per la responsabilità civile verso i terzi“.
Significa che il costo della garanzia deve essere riconosciuto dall’ente e non dal volontario.

ASSICURAZIONE VOLONTARI: QUANTO COSTA E COME VERSARE LA QUOTA

La sezione “gestione volontari” di NOIHub permette all’ente di assegnare la qualifica di volontario ai tesserati impegnati in attività di servizio presso il circolo. In attesa di ricevere chiarimenti amministrativi, da parte dell’ente nazionale, suggeriamo ai circoli di attenere nostre indicazioni prima di procedere con l’assegnazione. 
Gli enti che collaborano con la Pubblica Amministrazione e che necessitano di attivare la polizza volontari possono procedere all’assegnazione dell’incarico di volontario rinviando il versamento della quota indicata in ricevuta, il cui importo esatto vi sarà comunicato successivamente.  

ASSICURAZIONE VOLONTARIO: CHI E’ VOLONTARIO?

Il Codice del Terzo Settore definisce il volontario con l’art. 17: “il volontario è una persona che, per sua libera scelta, svolge attività in favore della comunità e del bene comune, anche per il tramite di un ente del Terzo Settore, mettendo a disposizione il proprio tempo e le proprie capacità per promuovere risposte ai bisogni delle persone e delle comunità beneficiarie della sua azione, in modo personale, spontaneo e gratuito, senza fini di lucro, neanche indiretti, ed esclusivamente per fini di solidarietà”.

PS. Ad oggi nessuna circolare esplicativa o nota ministeriale ha definito l’aggettivo continuativo in relazione al volontario.

RUNTS – E’ POSSIBILE RICEVERE UN ESEMPIO DI BILANCIO DA DEPOSITARE AL RUNTS?

Il foglio di calcolo complesso per l’elaborazione del rendiconto mod. C (introiti < 220 mila euro) con le dispense è a disposizione dei circoli affiliati nella sezione Strumento Contabilità del sito noihub.it.
Nel file è integrata la sezione “libro giornale” in cui l’ente trascriverà costi e ricavi associativi. Il file consente la codifica del libro giornale nello schema ministeriale, permettendo la visualizzazione dello schema che dovrà essere pubblicato sul RUNTS a momento debito.

* Non appena la situazione sanitaria si stabilizzerà riprenderemo la formazione in presenza.

RUNTS – SPID, FIRMA DIGITALE E PEC SONO eLEMENTI OBBLIGATORI?

Il legale rappresentante di un ente del Terzo Settore deve dotarsi degli strumenti di identificazione digitale per accedere e gestire l’ente che amministra presso il nuovo registro RUNTS.

Chiariamo che gli strumenti di identità digitale consentono una serie di operazioni e semplificazioni al cittadino che può accedere ai portali della pubblica amministrazione e ottenere servizio e documenti online.
Ad esempio accedendo al portale INPS con SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) o CIE (carta di identità Elettronica) è possibile visualizzare il proprio stato previdenziale o richiedere servizi specifici; al portale Regionale della Sanità (KM0) si potranno consultare vaccinazioni effettuate, referti medici e ospedalieri, impegnative rilasciate dal medico di base; al portale dell’Agenzia delle Entrate il proprio cassetto fiscale.

Accedendo al portale del Ministero del Lavoro il legale rappresentante dell’ente visualizzerà e gestirà, terminata l’indicizzazione del nuovo registro RUNTS, l’ente che amministra.

SPID e CIE sono identità personali, legate alla persona fisica. La firma digitale del legale rappresentante è necessaria per certificare i documenti che saranno caricati nel RUNTS.
La PEC deve essere dedicata all’ente e allineata al legale rappresentante informando il provider attraverso il caricamento della Carta di Identità nell’apposita sezione.

Link utili: Strumenti digitali per accedere al RUNTS

RUNTS – IL CIRCOLO PUO’ AVERE LO SPID?

Il Sistema Pubblico di Identità Digitale è personale. In futuro il legale rappresentante potrà delegare un amministratore alla gestione dell’ente.

Link utili: Strumenti digitali per accedere al RUNTS

BILANCIO – IL BILANCIO PREVENTIVO E’ OBBLIGATORIO?

Il Bilancio preventivo non è mai citato nella Riforma del Terzo Settore, perché non è obbligatorio, anche se indispensabile per una corretta gestione amministrativa, quindi non sarà mai chiesto dal RUNTS.

BILANCIO – QUAL E’ LA DIFFERENZA TRA PROVENTI DA ATTIVITA’ DI INTERESSE GENERALE E QUELLE DA ATTIVITA’ DIVERSE?

Rendite, proventi, introiti comunque denominati da attività di interesse generale sono quelle relative alle attività elencate all’articolo 5 dello statuto. Quelle da attività diverse sono quelle relative a tutte le altre attività diverse da quelle elencate all’articolo 5 dello statuto. 

La riforma è raccontata a pezzetti, a mano a mano che i Ministeri: Lavoro, Entrate, Interni, emanano decreti attuativi, pubblicano circolari interpretative, note di approfondimento. In pratica: poiché il Codice del Terzo Settore (CTS) è una legislazione innovativa, è anche priva di giurisprudenza, contiene e provoca dubbi, perplessità, “buchi”, incertezze derivanti dal confronto con il passato. Se il FISCO italiano è stato rinnovato nel 1972, e dopo cinquant’anni ancora quotidianamente siamo subissati da modifiche, novità interpretative e correttive, vuol dire che anche il D.Lgs. 117 del 2017 avrà infinite quotidiane nuove interpretazioni, indicazioni e correttivi strutturali per l’indispensabile adattamento alla crescita – maturazione della società stessa.

Negli ultimi quattro mesi non avete ricevuto aggiornamenti sulla riforma, non è perché ci crediamo di meno. Piuttosto è perché la produzione di interpretazioni normative ha accumulato pareri e contro-pareri aggiungendo perplessità e qualche fastidio.

Oggi abbiamo la certezza che la trasmigrazione delle APS dal Registro nazionale e dai registri regionali al RUNTS è avvenuta automaticamente secondo le norme di legge, anche se con un ritardo di appena cinque anni. Il nuovo registro, però, non è pronto per funzionare a regime. Il Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (Runts) gestito localmente dalle singole regioni e province autonome si trova riempito da una massa spaventosa di dati che devono essere sistemati e ordinati, oltre che profilati alla documentazione mancante, che manca del tutto; compresa quella che gli uffici non vedono per la fretta di scartabellare gli allegati.

Diversi Circoli sono già stati contattati dall’Ufficio Regionale del RUNTS con richiesta di documentazione aggiornata: documentazione regolarmente allegata e aggiornata.

A seguire, l’ufficio chiederà: Verbale assembleare di elezione del CdA, Verbale consiliare di elezione del Legale rappresentante, Bilancio/Rendiconto degli ultimi due anni (“forse” su modello predisposto dal Ministero del lavoro), Verbale Assemblea che lo ha approvato, Elenco dei Volontari, Assicurazione degli stessi, Elenco delle attività svolte, Rendicontazione del Cinque per mille, Bilanci delle Occasionali Pubbliche raccolte di fondi. E ci sarà dell’altro.

Il rapporto con il RUNTS sarà possibile esclusivamente tramite modalità telematiche garantite da: SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) o CIE (carta identità elettronica), e dall’utilizzo di Firma Elettronica e PEC (Posta Elettronica Certificata), dell’Ente.

Si sta parlando di modalità che non sono introdotte dalla Riforma del terzo settore, ma dalla Pubblica amministrazione. Questo è il futuro per tutti i rapporti con gli enti pubblici.

Se la mole di documentazione spaventa, mi permetto di dire che si tratta di documentazione che ogni Circolo doveva produrre e deve avere nel proprio archivio, anche da prima del CTS. Chi si spaventa, chi se ne lamenta, chi dichiara di non farcela, chi decide di rinunciare perché è tutto troppo, pur confermando la necessità di operare per il prossimo, conferma di non aver fatto il proprio dovere. Il bene dev’essere fatto bene, e per essere fatto bene non basta un segno di croce e un’Avemaria.


RUNTS SI, RUNTS NO
Decidere RUNTS si, RUNTS no; Riforma si, Riforma no, non cambia il sistema e la quantità del lavoro che gli enti sono tenuti a svolgere.  La DIFFERENZA non sarà dell’impegno burocratico, sarà soprattutto nelle tasse da pagare. Con la Riforma, le agevolazioni fiscali saranno riservate agli enti del Terzo settore (nel RUNTS). Tutti gli altri enti, che non cesseranno di esistere e di operare legittimamente, saranno assoggettati a regimi fiscali ordinari.
Per le imposte dirette sarà accessibile un regime forfetario previsto dall’articolo 145 del TUIR fino a 30.000 euro si paga IRES 24% sul 15% dei ricavi (indipendentemente dai costi); da 30 mila a 360 mila il coefficiente sale al 25%. Se la tassazione del reddito risultasse più vantaggiosa, diventa obbligatoria la contabilità aziendale. Per le imposte indirette, in particolare l’IVA, non sono previsti regimi forfetari. TUTTI gli enti che non possono fregiarsi dell’acronimo ETS o APS dovranno avere la partita IVA, rilasciare ricevute fiscali con registratore di cassa telematico, emettere fatture elettroniche, rispettare le procedure degli esercizi commerciali. Il consulente fiscale (commercialista) diventa indispensabile.

“Allora Chiudiamo tutto”! È una ipotesi, ma è una pessima idea.

Innanzi tutto perché sarebbe la conferma del comportamento scorretto tenuto per tanti anni, fingendo di essere quello che non si era, sfruttando esenzioni e agevolazioni fiscali al fine di ottenere vantaggi a cui non c’era diritto.

La chiusura sarebbe solo finta, per continuare a trafficare in totale evasione amministrativa e fiscale che prima o poi sarà “pizzicata” e sanzionata.

Se fino adesso in qualche modo ne siamo usciti indenni per la mole di lavoro da svolgere che tocca ai verificatori, con l’avvento del RUNTS chi ne è fuori sarà setacciato come esercizio commerciale.

Poiché so a cosa state pensando, aggiungo che anche le parrocchie, per tutte le attività estranee a culto e religione, sono (da sempre) obbligate a dotarsi di partita IVA, affidarsi al consulente fiscale, e versare le relative imposte. Quando la distinzione tra Terzo settore e Secondo settore diventerà “netta”, precisa, conoscibile, i verificatori fiscali e la Guardia di Finanza non avranno remore a infilarsi nelle parrocchie, nelle canoniche, negli oratori.

Abbiamo visto nella prima quarantena totale giovani poliziotti, tirati su a pane e ateismo, infilarsi nelle chiese a interrompere le messe con l’arroganza di chi rifiuta il mistero e considera il celebrante una specie di sciamano davanti a subumani creduloni.


APPROCCIO AL RUNTS
Gli enti che accettano la riforma, che entrano nel RUNTS, devono diventare “trasparenti”, dovranno considerarsi una casa con finestre senza imposte, senza tapparelle, senza tendaggi, senza paraventi.

La più rilevante misura di trasparenza è l’istituzione del RUNTS che diventerà pubblico, accessibile, dove gli interessati potranno vedere di ogni ente gli atti depositati, i bilanci, i nomi dei responsabili, le risorse ricevute, pervenute da chi, le raccolte fondi, le attività di interesse generale svolte, come sono state spese le risorse, i benefici goduti, gli enti pubblici con cui hanno collaborato: insomma tutte le informazioni relative agli aspetti giuridici, patrimoniali, economici, tributari e organizzativi.

Gli enti del terzo settore (come le APS) godono dei vantaggi che conosciamo bene, e sono i vantaggi che resteranno disponibili esclusivamente per gli enti che entreranno nel RUNTS. E sono gli stessi vantaggi che non saranno più disponibili per gli enti che decideranno di uscire dal RUNTS.

La trasparenza corrisponde alla disponibilità a essere “visti”, “controllati”, “verificati”; dalla disponibilità a dimostrare quello che si fa e come lo si fa, a certificare da dove arrivano le risorse e come le risorse sono utilizzate per lo svolgimento delle attività di interesse generale (art. 5).

Il cambiamento “epocale” che richiede la Riforma è la condizione irrinunciabile per gli enti che vorranno continuare a svolgere la promozione sociale.
Per rimanere APS occorre essere APS, svolgere attività di interesse generale.
L’interesse generale NON è l’interesse privato. E tutti abbiamo un pensiero comune: una specie di rovello a cui non troviamo soluzione.
Abbiamo sempre detto che consideriamo il circolo come il braccio operativo della parrocchia, particolarmente per quelle iniziative che farebbero scattare obblighi impegnativi inusitati. Abbiamo sempre la stessa convinzione, solo che dopo quarant’anni il braccio ha bisogno di manutenzione, revisione, lubrificazione.
Abbiamo provveduto all’adeguamento statutario con una visione convinta della riforma. Nei cinque anni passati è stata pubblicata una quantità impressionante di circolari, decreti, note, interpretazioni, studi, pareri.
Alcuni passaggi dei nostri statuti hanno bisogno di lubrificazione. Il coordinamento manifesta qualche carenza che dovrà essere rimediata. Anche se non ce lo chiede il RUNTS, ci serve per operare con maggior coerenza con le finalità dell’associazione e per non subire prevaricazioni da enti culturalmente lontani dai nostri parametri. Lo dico senza approfondire, perché non riguarda solo NOI Verona, non compete solo a NOI Verona. È tutto l’ente che è in sofferenza.

Appare evidente che la riforma del Terzo settore può essere compresa e valutata a una sola condizione: disponibilità a un profondo cambiamento mentale che veda la funzione determinante del Terzo settore per salvare un’Italia sfilacciata, depressa, rassegnata, incapace di sollevare lo sguardo a visioni e panorami di speranza, di fiducia.

Oggi più che mai, l’Italia (e l’intero pianeta) ha bisogno di credere che la solidarietà è passaggio obbligato per uscire dal clima disperante della pandemia; per ritrovare la fiducia nella società, nei vicini, nella politica, nella comunità umana, negli sguardi e nei sorrisi; di crescere individualmente per rendersi capaci di ripagare il supporto ricevuto dedicandoci agli altri.

Il cambio di mentalità dovrà essere epocale, perché la promozione sociale non è quello che abbiamo sempre fatto, preoccupati di incrementare il tesoretto depositato in banca, con destinazioni oggi confermate illegittime e pesantemente sanzionate.

Il salto culturale dovrà avvenire anche nelle Pubbliche Amministrazioni che con la riforma del terzo settore saranno obbligate a delegare agli Enti del Terzo settore la programmazione e la realizzazione di progetti di interesse sociale e sostenerne i costi (anche figurativi).

Entrare nella riforma è una facoltà; nessuno è obbligato a entrare nel RUNTS; nessuno è obbligato a rimanere nel RUNTS. Per uscirne basta non rispondere alle richieste dell’Ufficio Regionale.

Se avete deciso di non entrare nel RUNTS vuol dire che:

  1. non avete mai fatto vera promozione sociale;
  2. avete goduto impropriamente di esenzioni e agevolazioni fiscali;
  3. avete evaso tasse.

Poiché due più due fa sempre solo quattro, e poiché le promesse di un parroco (decido io, ci penso io, garantisco io) non hanno valore giurisprudenziale, fate conto che a ogni difficoltà un parroco si riferisce all’ufficio amministrativo della Curia: per il parroco interviene la Curia, per voi solo voi.


VALORI
La Riforma del Terzo settore esclude espressamente e violentemente le parrocchie. Gli enti religiosi potranno partecipare al Terzo Settore a determinate condizioni che potranno essere garantite dagli enti strutturati, coordinati, organizzati e numericamente consistenti, in particolare per Imprese sociali e Cooperative sociali. L’avversione alle parrocchie è emersa:

  • • negli interventi diretti di personaggi, anche noti, durante convegni informativi;
  • • nelle circolari applicative del Ministero del Lavoro;
  • • in due esplicite pronunce del Consiglio di Stato, che è la Corte di Cassazione per le cause amministrative: la parrocchia non è e non entra nel terzo settore.

A me pare che il vertice politico del Terzo settore si sia appropriato di termini che appartengono primariamente al cristianesimo, al lessico del Vangelo. Vicinanza, prossimità, attenzione al debole, al malato, allo svantaggiato, al bisognoso, cura per i minori, assistenza ai migranti, sono termini usciti dalla bocca di un certo Gesù vissuto due mila anni fa, per i quali non ha esitato a scommettere sulla propria vita. Nei tre anni che camminò per la Palestina alla diffusione del suo messaggio di amore, ha anche raccontato parabole significative di tale contesto. “Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico, e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto ….” (Luca, 10, 25.37) riferisce la spontanea compassione del samaritano a prendersi cura di un ferito che risultava personale nemico. L’assistenza immediata del buon samaritano è la partecipazione alla tenerezza di Dio per il malcapitato, per l’uomo, individuato come fratello. A pensarci bene (ho trovato l’idea in una meditazione del Cardinale Martini), nella sua opera buona il Samaritano va oltre alla relazione sociale. Egli infatti per completare la sua disponibilità, per vivere la sua carità, ha bisogno dell’ospitalità dell’albergatore, ha bisogno di denaro, ha bisogno di vino per pulire e di olio per lenire le ferite, e chi produce vino e olio diventa inconsapevole prossimo al ferito. Si realizza tutta una moltitudine di rapporti che girano intorno alla carità.

Le parrocchie, i Circoli NOI, le istituzioni religiose non possono rinunciare a valori costitutivi. Non possono farsi rubare il patrimonio lessicale portato agli uomini da quel Gesù che noi cattolici crediamo figlio di Dio.

E passiamo a un’altra parabola saltando al Vangelo di Matteo 25,31-46

Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, …. Allora il re dirà … Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi …. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. 

Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato … assetato … forestiero … o nudo … ammalato … in carcere …

Signore, siamo stati impegnati a scrivere verbali, aggiornare il registro dei volontari, stilare tabelle dei costi figurativi, progetti per bandi di finanziamento, organizzare il dopo scuola, preparare la caccia al tesoro, le gare per il Gres, l’uscita per raggiungere il bosco. Abbiamo fatto il corso del defibrillatore, steso bilanci, rendicontato il cinque per mille e le raccolte fondi, risposto al RUNTS, tagliato l’erba del campo sportivo, lavato pavimenti, tende e vetri, puliti i servizi, aggiunta carta igienica, rabboccato il flacone del disinfettante per le mani. Signore, non abbiamo fatto niente per te, abbiamo fatto carte, e carte. Abbiamo scarabocchiato per giovani, adolescenti, ragazzi, compilato certificati, ma sempre carte, e carte, e carte.

Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me. 

Quando la stanchezza della ripetitività annoia, quando il clima diventa tensione, quando i volontari non rispettano le direttive, quando le cose non trovano la strada giusta, quando il programma non è rispettato, quando l’insuccesso demoralizza, quando vien voglia di buttare tutto per aria, quando ci aggredisce la tentazione di mollare: ricordate queste otto semplici sillabe: “No, tu lo hai fatto a me”.