Pillola #48
Da diversi anni un quarto dei Circoli NOI affiliati al nostro Territoriale (Diocesi di Verona) vivacchiano senza entusiasmo, progettualità, dinamicità, senza un rapporto decente con la Comunità parrocchiale, senza un rapporto anche minimo con la Segreteria Territoriale, sostenendo e subendo passivamente la parte di “bancomat” per colui che impone: “qua se fa come digo mi”. Teologia dogmatica: serve un atto di fede.
All’annuncio della Riforma del Terzo settore, questi personaggi hanno stabilito che il NOI non serve, si fa tutto come parrocchia.
Dopo aver trattato di bar e cucina, “Amministrare la parrocchia oggi in Italia” dell’Avvocato e Dottore in Diritto Canonico don Antonio Interguglielmi, Libreria Editrice Vaticana, a pagina 149, aggiunge:
“Lo abbiamo già ricordato più volte in altri argomenti, ma è indispensabile ricordarlo ancora: la Parrocchia può svolgere direttamente anche altre attività oltre a quelle di religione e culto [art. 16, lett. b) della Legge 222/1985], ma queste attività saranno assoggettate alle leggi dello Stato e al regime tributario previsto (art. 7, comma 3, accordo 18 febbraio 1984), non va però mai persa di vista la finalità per la quale la Parrocchia esiste, che è quella di svolgere attività di religione e culto.”
Aggiungo la precisazione che tali attività di somministrazione (bar e ristorazione) sono soggette ad autorizzazione amministrativa (agibilità igienico sanitaria degli ambienti e licenza commerciale). Non è difficile ottenere il tutto, purché l’attività sia svolta esclusivamente nei tempi e modalità limitate alle attività parrocchiali. Detta fuori dai denti, bar e cucina parrocchiale non potrà svolgere somministrazione per compleanni, lauree, matrimoni e anniversari: sarebbe concorrenza sleale nei confronti degli esercizi pubblici. Detta altrettanto esplicitamente, entrambe le attività da sempre sono considerate “commerciali”, assoggettate a IVA, IRES, IRAP, con obbligo di emissione di scontrini fiscali che dal 1° gennaio 2020 sono diventati elettronici.
Invece i Circoli NOI (anche se a detta di costoro il NOI non serve a niente), possono svolgere attività diverse da quelle di interesse generale, rigorosamente “secondarie e strumentali” alle attività di interesse generale, che sono le attività cosiddette “istituzionali”. Tuttavia, anche il Circolo NOI deve rispettare il principio della strumentalità riferita alle attività istituzionali. Vuol dire che bar e cucina possono essere attivati solo in presenza di attività associativa in corso.
La differenza tra le due fattispecie è raccontata nello schema che segue.
Con l’applicazione della riforma del Terzo settore, l’obbligo IVA scompare.
La Parrocchia non gode di esenzioni o agevolazione: dette attività sono considerate commerciali a tutti gli effetti, sempre e comunque.
Per i Circoli NOI, tutti attualmente iscritti nel Registro nazionale delle APS presso il Ministero del Lavoro ancora fino al 30 giugno 2020, i “Si” sono indicati nella tabella, e per quelli che trasmigreranno automaticamente nel nuovo RUNTS (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore) anche due “Si” diventeranno “No”, per la scomparsa dell’obbligo di partita IVA. Lo schema diventa così.
Purtroppo, però, “i soliti” dicono che “il NOI non serve a niente…”