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Mangioni e beoni – parte I

Pillola #52

Anche oggi, domenica 12 febbraio 2020, il quotidiano l’Arena esce con due pagine dal titolo “Una vita in Circolo” del dottor Gian Battista Muzzi, per un servizio redazionale corposo su un Circolo NOI di abbastanza recente costituzione, oltre che di accurata e corretta gestione. Una bella realtà.

Neanche a dirlo, tra le foto pubblicate c’è l’immancabile tavolata dove “se magna e se beve” in buona compagnia. Questa insistente iconografia nei servizi sui Circoli NOI provoca reazioni inconsce che riflettono e sbattono contro un’idea festaiola che oltrepassa l’idea di Oratorio e Circolo parrocchiale, nel quale si connotano meglio foto riferite piuttosto a gruppi di lavoro; team di progettazione, studio, verifica; oppure di eventi particolari e mirati alle fasce di età; a momenti di riflessione, formazione, istruzione, aggiornamento, approfondimento; o anche a realizzazioni collettive, escursioni, gioco, gare, sfide, sport, musica, accompagnamento allo studio; e quant’altro può venire in mente. 

Di questo tipo di foto, fin dal primo redazionale di “Oratori in Circolo” se ne son viste parecchie. Anche troppe, per il gusto personale, perché tra le reazioni inconsce a me producono ansia per come sono realizzate, e nascono domande, per le quali non ho risposte. Non le ho io, ma spero che le abbiano i rispettivi Circoli.

  1. C’è una cucina a norma? Autorizzata dall’ASL? Munita del “Piano di autocontrollo”? Con operatori volontari (non pagati)? Muniti anch’essi di Corso HACCP (sostitutivo del Libretto sanitario)? Con attrezzatura, utensili e accessori certificati? Gli acquisti sono tracciati, oltre che fatturati?
  2. C’è una autorizzazione amministrativa conunale? A chi è intestata?
  3. A chi appartiene la cucina?
  4. Sotto il profilo fiscale, chi è il “gestore” della ristorazione, della festa, dell’evento?
  5. Se è il Circolo, lo stesso ha partita IVA, ha espresso opzione per il regime fiscale 398?
  6. C’è il Registro degli introiti con il calcolo trimestrale dell’IVA da versare?
  7. Ha versato IVA sugli introiti?
  8. Ha presentato o presenterà modello UNICO per la dichiarazione del reddito?

Talvolta le obiezioni sono fantasiose, del tipo, chiediamo un’offerta libera, mettiamo una cassettina per il rimborso spese, riceviamo un contributo spese, oppure una erogazione liberale.

Faccio notare che le quattro obiezioni elencate non rispondono ai punti 5, 6, 7, 8, del paragrafo precedente. Offerte libere, rimborsi spese, contributi spese, erogazioni liberali sono niente altro che “introiti”, e nessuno può obiettare. Il fisco, che è più furbo di tutti noi messi insieme, per l’assoggettamento a imposte dirette e indirette, recita:

“qualsiasi introito comunque denominato”. Come a dire, chiamatelo come volete, ma pagatemi le tasse.  

C’è chi fa fatica a distinguere tra “somministrazione di alimenti e bevande” (che è riferita al BAR) e “somministrazione di cibi (o “pasti”) e bevande” (che è riferita alla “Cucina / Ristorazione”). 

Per Circoli affiliati a NOI Associazione (o ad altri enti riconosciuti dal Ministero dell’Interno) la somministrazione del BAR è decommercializzata, per tutti, invece, la somministrazione di pasti è sempre commerciale, svolta da chiunque e nei confronti di chiunque. È così da sempre, e sempre sarà così anche nella riforma.

Faccio notare che la decommercializzazione del BAR non è automatica o scontata. Senza un riconoscimento del Ministero dell’Interno l’IVA è dovuta, per ogni tipologia di ente profit o non profit. Le APS e altri enti associativi possono godere del regime agevolato della 398, fino a quando non sarà in vigore il regime ultra-agevolativo della Riforma. Si tratta di regimi forfetari particolari che esonerano dallo Scontrino fiscale, diventato elettronico dal 2020.

Nella prossima pillola “Mangioni e beoni – 2” esprimerò il mio pensiero “teologico” sul mangiare e bere in compagnia.