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Formazione permanente #71

pillola #71

Subito, uno pensa alla scuola, ai corsi di preparazione al matrimonio, ai corsi di aggiornamento per preti giovani o ancora a corsi di approfondimento per catechisti, formatori, animatori, eccetera.

Invece, per “formazione permanente” (FP) si deve intendere quell’ansia personale, quell’aspirazione dello spirito, quella dimensione interiore che in ciascun essere umano che viva una vita dignitosa (e poi vedremo cosa si intende per dignità di vita) si pone necessariamente ogni giorno, ogni ora, ogni istante della propria esistenza. Nasciamo incapaci di tutto e dobbiamo costruire la nostra conoscenza, personalità, coscienza e cultura con un impegno quotidiano che non finisce mai, perché le persone non sono mai perfette. Anche coloro che riteniamo perfetti, arrivati, nascondono ambiti invisibili che tormentano la loro coscienza, se hanno l’umiltà di ascoltarla e di seguire gli slanci del cuore. 

Non si sta parlando di “marziani” bensì di persone del tutto normali, ma anche profondamente coscienti di sé stesse, dei ruoli, dell’essere cristiani, dell’essere testimoni, capaci di servizio agli altri, capaci di autocritica e di discernimento.

Non sono persone che camminano a testa storta e con le mani giunte, sono persone che offrono qualcosa di sé, il proprio tempo, l’attenzione, l’empatia nei confronti degli altri. Mai sentito parlare di “fratelli”? Ecco, si sentono fratelli e sorelle del mondo. Non gente devota e pia, ma cristiani con la schiena dritta e lo sguardo vivace, sorriso sul volto e braccia disponibili a darsi da fare. Per gli altri.

È inutile girarci attorno: coloro che si candidano per l’elezione al Consiglio direttivo sono gente di questa pasta: non gente che mira al potere e alla gestione finanziaria dell’associazione, ma gente che ha qualcosa da dire come testimonianza di vita cristiana e come impegno personale a una vita di fede. Attenzione: non si pretende un atto di fede scritto, ma la ricerca di una fede. Ricerca che vale per tutti: per chi è avanti e chi indietro. Nessuno può misurare il livello di fede. La fede non è poca o tanta. Può anche non esserci: la fede è un dono, è vero, ma è anche ricerca. La ricerca è già fede. “Non mi cercheresti, se non mi avessi già trovato” è la splendida espressione di sant’Agostino (Le confessioni, Libro IX, 21, 15).

Diciamocela tutta: devono finire di esistere i Consigli direttivi fatti su misura per personaggi – sempre quelli, perché non lasciano spazio alla generosità di altri – che nulla hanno a che spartire con le finalità statutarie di NOI Associazione, nessuna condivisione fanno con la comunità parrocchiale, nessun confronto con il parroco e con il Consiglio pastorale, con il Gruppo delle catechiste, con gli animatori dell’Azione Cattolica. Parliamo di persone autoreferenti di sé stesse, arrivati alla presidenza di un consiglio, magari con manovre poco trasparenti (oh, quante ne vediamo!!!), incapaci di mollare una sedia, inadatti a gestire e condurre un ente associativo fatto di persone con la collaborazione delle persone a servizio delle persone. Sono direttivi malati, bacati, in putrefazione, che si arrogano e vantano diritti. Le difficoltà a trovare candidati parte da lì: c’è lui, o lei. Niente guerre, s’è fatto sempre così, non si cambia.

Invece, BISOGNA cambiare. Non possono esistere Circoli “ad personam”. E se qualcuno si offende, lasciatelo offeso, ma cambiate le mummie, sconquassate il cimitero, rivoluzionate il circolo. Da sempre diciamo che il Circolo NOI è a servizio della comunità: ma se il circolo è solo a servizio di sé stesso o del caporione, inamovibile perché abile a reperire risorse finanziarie da girare a qualcun altro, è assolutamente inutile, anzi, dannoso. Nessuno, oltre all’assemblea, può deliberare lo scioglimento o la soppressione del circolo. Ma se non serve, bisogna arrivarci.